La partecipazione studentesca alla governance scolastica rappresenta sia un diritto garantito da norme internazionali e nazionali, sia un possibile strumento per contrastare il cristallizzarsi di disparità negli esiti dei processi formativi, come mostrano i risultati della ricerca sul tema.
Per corroborare la prima affermazione, si possono citare almeno la Convenzione ONU sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 (artt. 12 e 15), le indicazioni dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nonché, ovviamente, le Linee Guida dell'insegnamento dell’Educazione Civica (DM 35/2020).
Rispetto alla seconda, in molti contributi si riconosce che “Se a scuola si riesce a creare un luogo positivo e aperto, si costruisce fiducia verso l’istituzione scolastica e si supporta il coinvolgimento in attività, anche progettate da ragazzi e ragazze stessi, si riusciranno a ottenere risultati migliori nella prevenzione dell’insuccesso scolastico e della dispersione, generando molteplici effetti positivi e dando origine a una spirale virtuosa e oggettiva di valorizzazione del singolo e della collettività, a livello educativo e sociale” (si veda, a titolo esemplificativo, Sole Piccioli, Corinne Reier, Partecipazione di studenti e studentesse: una sfida nell’ambito della governance scolastica, in 《IUL Research. OPen Journal of IUL University⟫, vol. 3, n. 5 (2022); la citazione è a p. 185 e nel testo si può trovare il riferimento ai numerosi studi che confermano l’assunto).
Il progetto di Democrazia di Istituto concretizza l’occasione per gli alunni di seguire un percorso precoce di educazione alla cittadinanza partecipativa, attraverso la rappresentanza studentesca. Quest’attività sociale è programmata per rispondere ai bisogni della scuola, intesa come comunità di persone che in essa agiscono e che possono dare un contributo alla sua gestione.
Durante il triennio, si fanno esperienze di relazione con i pari e con gli altri attori della scuola: docenti, dirigenza, famiglie, addetti alla mensa e ospiti vari, per confrontarsi sui problemi quotidiani e migliorare la vita scolastica.
La scelta didattica di praticare lo sviluppo di competenze sociali ha il fine di realizzare un’integrazione con quelle disciplinari per affrontare compiti di realtà caratteristici del curricolo di una scuola laboratorio, ma anche tipici del progetto: la raccolta di soldi per scopi solidali, la prenotazione e acquisto delle magliette della scuola, la partecipazione al progetto radio, etc.
Dal punto di vista pedagogico, si sviluppa un’educazione dei singoli all’autogoverno, attraverso l'assunzione di ruoli e di responsabilità e in parallelo con la scelta curricolare di dare forte valorizzazione alle attività di vita sociale quotidiana nella scuola, nei cosiddetti momenti didattici meno strutturati: intervalli nei corridoi, mensa e interscuola comuni, classi unite in uscite o laboratori sportivi.
Nel tempo il percorso mira a unire il gruppo classe, a costruire consapevolmente i concetti di appartenenza ad una comunità e di condivisione di un impegno: si eleggono due rappresentanti che conducono le assemblee in classe, occasioni in cui tutti gli alunni imparano a confrontarsi fra loro sulla vita della scuola, ma anche su tematiche di attualità o culturali ed educative particolarmente sentite.
Si eleggono poi i rappresentanti di scuola col compito di gestire l’assemblea di tutti i rappresentanti, allargata agli insegnanti referenti del progetto, per discutere e deliberare in merito a idee e proposte da portare al Collegio dei Docenti e, infine, presso la Dirigenza.
Documento introduttivo per gli alunni
Modello di verbale Assemblea di classe
Modello di verbale Assemblea di scuola
Questionari sull'attività classi prime
Questionari sull'attività classi seconde
Questionari sull'attività classi terze